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Visualizzazione dei post da marzo, 2017

Apocalisse 21 e 22, la fine perfetta. Decima parte, la montagna.

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“… inizia dalla fine. La conclusione di una storia è una buona guida che rivela le principali tematiche ed idee… i capitoli finali dell’Apocalisse si pongono come una finestra tramite il quale possiamo identificare le tematiche principali della narrativa Biblica” T. Desmond Alexander. L’apostolo Giovanni nel capitolo 21 e 22 ci fornisce una serie di informazioni e di dettagli dello stato eterno incominciando dal versetti 1 capitolo 21 con “vidi nuovi cieli e nuova terra..”   Giovanni usando un linguaggio figurativo vede delle immagini e cerca di portare in lettere ciò che la sua mente vede figurativamente.  In questi due capitoli troviamo la conclusione di temi che ricorrono tutta la Scrittura, nella sua narrativa biblica, iniziando dalla Genesi. Questo per me è affascinante! Cioè qui vedo la conclusione “perfetta” di temi che ho visto la loro nascita e sviluppo in tutta la Scrittura. Il tema della montagna o alto monte. (Apocalisse 21:10 .) Giovanni è trasportato in...

Una cittadinanza celeste

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Molti fanno la stessa esperienza di ritrovarsi in un aeroporto oppure di oltrepassare i propri confini nazionali e dover così esibire un documento di riconoscimento, un passaporto alle autorità incaricate di controllare la propria identità. Tra le varie voci sul proprio documento c e né una che è molto significativa “cittadinanza…” Da una ricerca fatta da internet ho letto che in termini giuridici la  cittadinanza  è la condizione della  persona fisica  (detta  cittadino ) alla quale l'ordinamento giuridico di uno  stato  riconosce la pienezza dei diritti civili e politici. La cittadinanza, quindi, può essere vista come uno  status  del cittadino ma anche come un  rapporto giuridico  tra cittadino e stato. Le persone che non hanno la cittadinanza di uno stato sono  stranieri  se hanno quella di un altro stato,  apolidi  se, invece, non hanno alcuna cittadinanza. C’è chi ha addirittura una doppia cittadinanza...

Aggiungere "gli occhiali"

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2 Lettera di Pietro Capitolo 1: versetti 3 a 11.  Quando avevo appena sei anni, mio padre mi portò a fare una visita oculistica. Da quel momento ho dovuto portare gli occhiali e periodicamente bendare l’occhio sinistro per incoraggiare a vedere meglio con l’occhio “pigro”. Ricordo da ragazzino andando a scuola in quelle condizioni e poiché allora gli occhiali non erano tanto di moda come oggi, ero spesso preso in giro. Ma quella cura mi ha aiutato tanto a migliorare la mia vista. Da allora gli occhiali non si sono separati da me, o meglio non mi sono io separato da loro perché senza di essi non posso leggere bene, scrivere, distinguere le persone da lontano e neanche guidare.  Sono passati tanti anni, cambiato tanti modelli, ma ho sempre bisogno degli occhiali per vedere bene. Questa realtà mi fa pensare  a ciò che Pietro ad un certo punto scrive nella sua seconda lettera al capitolo due “Ma colui che non ha queste cose, è cieco oppure miope” (capitolo due verse...