Daniele, non conformato ma trasformato dal voler onorare il suo Dio.
Uno dei personaggi a me cari del
Vecchio Testamento, è il giovane Daniele. Daniele che il suo nome significa in
ebraico “Dio è il giudice” è un personaggio che ci insegna quando parliamo di
conformismo e di trasformazione. Daniele vive in un periodo buio, difficile del
popolo di Israele. Il popolo di Israele precisamente quello di Giuda, visto che
molto tempo prima 10 tribù del nord furono già deportate dal popolo Assiro,
dopo un ostinata ribellione a Dio, riceve la sua retribuzione cioè la
deportazione e la cattività in un popolo straniero e quindi pagano come quello
di Babilonia. Ci troviamo tra il 606 e il 605 a.C. Tra i tanti deportati e
quindi strappati dalla loro terra natia, dalla famiglia e dalle proprie abitudini
di vita c’è il giovane Daniele e i tre suoi amici. Il re di Babilonia
Nabucodonosor, che appare subito alle prime battute della storia, è un uomo
potente, astuto, abile, orgoglioso e con una sete di gloria e di potere. Egli
ha una strategia per accrescere la sua corte e cioè selezionare tra i popoli
conquistati chi avesse dei requisiti come provenienti da una famiglia reale o
di famiglia nobile, senza difetti fisici, di bell’aspetto, dotati di ogni
saggezza, istruiti e intelligenti, capaci di stare a palazzo reale per
apprendere la scrittura e la lingua dei Caldei. Immagina per un momento!
Daniele e i suoi amici passano questa dura selezione e vengono inseriti in un
vero e proprio percorso di riprogrammazione linguistica e culturale per tre
anni per poi passare al servizio del re. Non solo, gli furono cambiati i nomi,
cioè gli furono dati i nomi di divinità pagane (ver 3 a 7 del capitolo 1 di
Daniele). La strategia di Nabucodonosor
era quella di utilizzare le capacità naturali come il bell’aspetto e
l’intelligenza ma di riformare la loro cultura mediante uno studio intenso
della lingua e della cultura Caldea. Sotto il profilo religioso poi il re gli
aveva dati dei nuovi nomi che corrispondevano con delle divinità pagane del popolo
Babilonese. Questo si che era un vero e proprio programma di “conformismo Babilonese”.
Ai nostri giorni con l’ausilio di strumenti telematici come un computer
parleremo di resettaggio, di ri-programmazione perché questo era la strategia
di questo re Babilonese. Ma in tutto questo percorso formativo di Daniele e dei
suoi tre amici c’è un ostacolo da superare. Cosa fa Daniele con i suoi tre
amici? Daniele prende una decisione e il testo ci indica dove. Daniele prende
una decisione nel “suo cuore di non contaminarsi con i cibi del re e con il
vino che il re beveva”. In altre parole Daniele segna una linea di confine
oltre la quale questo programma non poteva andare. I banchetti di allora non
solo erano accompagnati da grosse quantità di vino, ma anche da input sessuali
con ragazze che offrivano se stesse ai partecipanti della tavola del re. I bici
presentati poi erano contro la legge di Mosè (Levitico 11) e la loro
consumazione veniva capita come onore a tali divinità pagane. Daniele non
poteva assolutamente compromettere la sua fede nel Signore. Insieme ai suoi tre
amici prendono una decisione, quale? Quella di non conformarsi agli usi e
costumi che erano direttamente contro la legge del loro unico e solo Dio. La
loro decisione fu un vero e proprio atto di ubbidienza anche se sapevano che
contraddire le disposizioni poteva anche significare la morte. Dio onorò la
loro decisione a tal punto che nonostante la loro dieta fatta di legumi e di
acqua, il loro aspetto divenne migliore di coloro che normalmente mangiarono
alla tavola del re. Che risposta! L’amore per Dio, il voler onorare i suoi
comandamenti per Daniele e i suoi amici era più forte delle proposte compromettevoli
alla loro integrità spirituale. Che fiducia nel Signore che ci dimostrano! Cosa
vuol dire tutto questo per noi oggi? In che modo Daniele e i suoi tre amici ci
spronano a seguire le loro orme? Come allora anche oggi si affrontano tante
sfide, pressioni e si devono prendere delle decisioni che avranno una
conseguenza. Spesso siamo attaccati nella nostra integrità da proposte che
vogliono attaccare il nostro cammino con il Signore. Se abbiamo un rapporto
vivo, reale, personale con Dio ogni giorno sappiamo che quando lo invochiamo,
Egli saprà liberarci da quella situazione come fede per Daniele e così da aprirci
una porta per cui possiamo camminare. Le proposte disdicevoli di questa società
possono essere molteplici come l’alcool, il sesso facile, l’illegalità, cattive
abitudini, la disonestà ed altro che attaccano la nostra purezza. Non solo!
Daniele era dalla parte della minoranza. Chi avrebbe visto a casa sua ciò che
faceva? Non solo, poteva giustificarsi rifugiandosi nel fatto che era schiavo
ed era alla corte del re. Ci sono decisioni che prendiamo nel segreto e spesso
è nel segreto che si possono commettere cose che gli altri non sanno come per
esempio guardare immagini e video al computer o sullo smartphone che al Signore
decisamente non piace. Chi ti vedrà? Certamente il Signore! Quando un figlio di
Dio prende posizione perché ha preso una decisione chiara nel suo cuore di non
volersi conformare agli andazzi di questo mondo, Dio è glorificato perché è Dio
stesso che opera nella nostra vita e mostra tutta la sua potenza e fedeltà nel
soccorrerci mostrando al mondo intorno a noi che è meglio stare anche solo
sulla soglia della casa del nostro Dio, che abitare nelle tende degli empi (Dal
salmo 84:10). Le decisioni che prenderemo onorando Dio non solo ci salveranno
dal conformismo ma ci trasformeranno perché lo Spirito Santo in noi ci farà
assomigliare sempre più al Signore Gesù Cristo santificandoci per i Suoi scopi
e per la Sua gloria.
Seguiamo Daniele e i suoi tre amici e saremo da Dio trasformati!
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