Per fede caddero le mura di Gerico
“Per fede caddero le mura di Gerico”
Se dovessimo chiedere ad uno stratega militare, ad un generale di impadronirsi una città, di un territorio in tempi di guerra, quale sarebbe il suo piano? Vedendo le immagini cinematografiche oppure leggendo i libri di storia e guardando le foto, siamo oramai abituati a vedere l’sito di una battaglia in un certo modo.
Leggendo la storia della caduta delle mura di Gerico in Giosuè capitolo 6, certamente siamo incuriositi e poi sorpresi di come la conquista si sviluppa. La città di Gerico era come un enorme bunker con mura fortificate ed era militarmente il fiore all'occhiello di tutta la regione. Il nome Gerico significa, “la città della luna” probabilmente una città dedicata al dio luna. Una città posta sulla collina con mura alte circa 25 piedi e spessi 20. I soldati dalle mura potevano vedere per kilometri. Gerico era un simbolo forte di forza militare e potere, una città inespugnabile. Tentare la conquista era inconcepibile. Sperare di una vittoria impossibile. Si era impossibile per gli uomini e i loro strumenti, ma non per un Dio invincibile.
Ver 2 a 5. Dio istruisce per filo e per segno come dovevano comportarsi. Nulla è lasciato alla loro iniziativa umana. Abbiamo 5 istruzioni:
- La marcia intorno alla città e alle sue mura. Dovevano un giro al giorno, 600 m circa con l’arca davanti all’armata, che rappresenta la presenza di Dio, i sacerdoti che suonano le trombe. Dio voleva essere presente, lo era e desiderava che gli Israeliti avessero ben in mente che Dio era lì. Non l’armata davanti, ma l’arca, Dio, i sacerdoti.
- I sette sacerdoti che marciano davanti all’arca con delle trombe.
- I sette sacerdoti dovevano marciare al 7° giorno 7 volte.
- La comando di Giosuè le persone dovevano gridare.
- Ogni guerriero doveva attaccare la città dopo che le mura erano crollate, ciascuno diritto davanti a se, tutti dovevano essere uccisi e le cose preziose offerte al Signore.
Riflettiamo un attimo! A me sembra una tattica militare bizzarra, immagina coloro che si erano barricati all’interno di Gerico che osservano per 6 giorni, una fila di uomini da guerra che avendo in testa l’arca, dei sacerdoti che suonano le trombe, fanno il giro della città, in silenzio. Il settimo giorno dovevano girare 7 volte la città e poi gridare. Chissà cosa dicevano i soldati di Gerico sulle mura tra di loro?
Ma notiamo che l’autore della lettera agli ebrei al capitolo 11 ci fornisce una spiegazione di come la città fu espugnata.
Al versetto 30 leggiamo che “Per fede caddero le mura di Gerico dopo che gli Israeliti vi ebbero girato attorno per sette giorni”. Nel capitolo “della fede” nella lettera agli Ebrei notiamo che anche una conquista così straordinaria come quella di una città del genere, è realizzata mediante la fede. L’idea centrale di questo brano è l’ubbidienza dettata dalla fede, dalla fiducia in Dio che aveva fatto delle promesse ben specifiche, la conquista della terra promessa.
Se vogliamo trasferire questo insegnamento dalla parola di Dio nella nostra vita cosa possiamo imparare?
Iniziamo dal definire cos’è la fede? Un missionario disse:
“La fede è come un muscolo che cresce sempre più forte con l’uso, piuttosto che affievolirsi come un elastico quando si allarga.” Missionario in Cina J.O. Fraser.
La fede è la fiducia nel nostro caso in Dio. La fiducia di voler aggrapparsi alle promesse, nella persona più potente di tutto l’universo, cioè Dio. Non è una fiducia cieca o uno sperare in chissà. Gli Israeliti dovevano imparare che davanti a delle mura grosse come quelle di Gerico, al sentimento di paura che umanamente poteva scaturire da un impresa del genere, ciò che valeva ed era affidabile erano le parole, le promesse e in ultima analisi, la Persona di Dio. Dovevano esercitare la fede, la fiducia davanti ad una situazione che umanamente parlando poteva farli trattenere il respiro per la paura. Cioè doveva spostare il centro del loro sguardo dalle mura alla persona invisibile, ma fedele, potente come lo aveva già dimostrato durante l’attraversata del mar Rosso e in altre occasioni nel deserto.
Rifletti oggi! Quali sono le mura alte, grosse e apparentemente invincibili nella tua vita? Con la fiducia in Dio, ubbidendo alla Sua Parola, puoi andare oltre! Se analizziamo la Bibbia troviamo tantissime promesse. Puoi ritornarne qualcuna ora? Si proprio nella situazione in cui ti trovi! Potremo trovarci in una situazione di pericolo, di necessità fisica, affettiva, ma niente potrà separati dall’amore di Dio dimostrato in croce tramite il Signore Gesù. Ti ricorda qualcosa dal Nuovo Testamento? Dalla Lettera di Paolo ai Romani? Si al capitolo otto al versetto 35, Paolo domanda ai suoi lettori, “Chi ci separerà dall’amore di Cristo?” Nel versetti successivi poi dichiara che niente può separarci dal suo amore. Questa è una promessa insieme a tante altre che abbiamo nell’ intera Bibbia. Tornando al libro di Giosuè Dio fa una promessa ben chiara al popolo di Israele prima di prendere possesso della terra promessa, proprio all’inizio del libro. Certo la fa a Giosuè ma è come se la facesse a tutto il popolo visto che Giosuè era il nuovo condottiero. Dio promette che sarebbe stato con lui dovunque sarebbe andato e che non doveva spaventarsi né sgomentare (Cap. 1: 9) ma di essere invece forte e coraggioso. Davanti alle innumerevoli sfide della vita impariamo a fidarci di Dio che non ci lascia soli, ma ci promette la sua presenza e il suo agire anche in situazioni impossibili ed estreme. Impariamo ad ubbidire alla Sua Parola, a credere che ciò che promette nei Suoi tempi, lo farà, meditando su di essa giorno e notte e certamente vedremo il frutto di una vita di fede, di profonda fiducia nel Dio che fu capace di sconfiggere le mura di Gerico e altro nella nostra vita.
Un giorno J. Hudson Taylor missionario in Cina disse “Non abbiamo bisogno di una grande fede, ma una fede in un Grande Dio” Amen.
Patrizio Zucchetto
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