Servire, chi io?
Dall’inizio della pandemia causata dal covid19 il servizio cristiano, in genere, ha subito dei cambiamenti nella forma. In un tempo dove ci viene ricordato continuamente il distanziamento sociale, l’uso della mascherina ed il lavaggio delle mani, come possiamo continuare a fare del servizio un aspetto importante della vita cristiana? Come giovane, cosa posso fare?
Partiamo dalle basi. Quando investighiamo la Parola del
Signore, troviamo uomini e donne che vivevano in un tempo dove c’erano delle
restrizioni in atto dovute anche a delle feroci persecuzioni. Se oggi la
società è piegata su se stessa con tanti problemi, una delle cause senz’altro è
l’individualismo sfrenato. Gesù invece con il suo insegnamento e l’esempio che
ha dato con la sua vita, ha ribaltato il tutto. Infatti Gesù ci ricorda che non
è venuto per essere servito (Lui ne aveva ogni autorità per esserlo) ma per
servire e addirittura dare la sua vita come prezzo di riscatto.. (Marco 10:45).
Essere discepoli di Gesù significa imparare da Lui, imitandolo. Un servizio
allora spinto dall’amore e non da scopi individuali, ma invece altruistico. Uno
dei discepoli di Gesù era il grande apostolo Paolo. Quando Paolo scriveva ai
Filippesi cap. 1: 1 “Servi di Cristo”, la parola greca è doulos, cioè schiavo.
Paolo si considerava uno schiavo del Signore Gesù. Pensa che la struttura della
società romana era sorretta dalla schiavitù. Circa 50 milioni di schiavi erano presenti in
tutto l’impero. Un’immagine forte e reale della vita ma anche significativa
nell’ambito del servizio a Dio. Parliamo di una società di allora violenta,
pagana e soprattutto contraria ai valori del cristianesimo. Una società che in
tanti posti del mondo di oggi, non è poi così diversa. Il cristiano di allora
viveva delle vere restrizioni, che non erano dettate da una democrazia come la
nostra, ma da una feroce dittatura. Poi se eri uno schiavo, la condizione di
vita era ancora peggiore. La propria volontà, obiettivi e desideri erano
schiacciati vivendo grossi sacrifici, mortificazioni, privazioni, sofferenze e
persecuzioni di ogni genere. In questo contesto l’insegnamento di Gesù circa il
servizio prendeva forma e faceva la differenza nelle dinamiche di una chiesa che
si distingueva per l’amore fraterno e sensibile ai bisogni del prossimo (Atti
4:32 a 37). Paolo era una testimonianza di qualcuno che aveva realizzato la
“beatitudine” del servire che Gesù parla (Giov. 13: 14 a 17). Servire Dio,
umiliarsi anche per amore degli altri, era la realizzazione più alta che un
uomo potesse raggiungere.
In questi mesi così diversi, allora come si può servire Dio praticamente? Uno degli strumenti utili che la pandemia ha incoraggiato e sta ancora facendo, è l’uso della tecnologia. Se tenere la distanza è una precauzione importante per sconfiggere il contagio, allora lo smart working, i social, le piattaforme multimediali e la didattica a distanza, la fanno da padrona (usate con equilibrio però!). Ma se la generazione di oggi è più svelta ad usare questi strumenti, quella precedente lo è di meno. Pensaci! Potresti aiutare nella chiesa chi ha difficoltà con i culti online, eventi, registrazioni di messaggi, curare un blog, pagine informative dei social ecc. Ciò che hai tra le mani, lo smartphone, il pc, il tablet possono essere uno strumento per aiutare chi non lo sa fare, ma anche raggiungere chi, isolato in casa, ha bisogno di una parola di incoraggiamento o di un percorso spirituale di crescita. Conosco genitori che sono in difficoltà con i loro figli perchè non sanno aiutarli con la didattica a distanza. Tu ne conosci qualcuno? Se dobbiamo indossare una mascherina, non vuol dire che non dobbiamo parlare o scrivere parole di incoraggiamento a chi vive questi mesi in difficoltà. C’è chi in questo periodo ha rimesso in mano l’arte della pittura o la musica per la gloria di Dio. Conosco iniziative di giovani che si sono attivati per raggiungere i bisognosi e distribuiscono aiuti di prima necessità a chi è in difficoltà o è fragile fisicamente (operando sempre in sicurezza).
Basta usare la creatività che senz’altro il
Signore ci e ti ha donato per metterti a disposizione facendo anche il primo
passo con idee, progetti che saranno ben accolti dai conduttori della chiesa
che frequenti. Domandati allora, quali sono le tue passioni? Quali sono i tuoi
interessi che ti entusiasmano e potrebbero essere usati per la gloria di Dio? Mettiamoli
davanti al Signore in preghiera ed Egli aprirà le porte al tuo servizio.
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