Il cristiano che corre

 


Lamont Marcell Jacobs Jr.è un velocista e lunghista italiano, campione olimpico dei 100 metri piani e della staffetta 4×100 metri ai Giochi di Tokyo 2020 e campione mondiale indoor dei 60 metri piani a Belgrado 2022. Detiene i record europei dei 100 metri piani, grazie al tempo di 9"80 corso in finale ai Giochi olimpici di Tokyo 2020, e dei 60 metri piani con il tempo di 6"41 con cui ha vinto i Mondiali indoor di Belgrado 2022. È stato il primo italiano capace di qualificarsi per la finale olimpica dei 100 metri piani maschili e di vincere la medaglia d'oro nella specialità. [1] Siamo orgogliosi di essere italiani!

La Bibbia associa la  vita cristiana ad una disciplina sportiva famosa ai quei tempi, la corsa. Una corsa non di velocità, come quella dei 100 m. Ma una corsa lunga, con anche degli ostacoli, una corsa faticosa, impegnativa ma che vale la pena correre.

Lettera agli Ebrei 12: 1 a 2. Anche noi, dunque, poiché siamo circondati da una così grande schiera di testimoni, deponiamo ogni peso e il peccato che così facilmente ci avvolge, e corriamo con perseveranza la gara che ci è proposta, fissando lo sguardo su Gesù, colui che crea la fede e la rende perfetta.

Nella vita cristiana è come una gara. Non è che sei nelle quinte o nei spogliatoi ma sei uno della gara, sei un partecipante della gara. Una volta accettato Gesù come nostro Signore e Salvatore siamo qualificati, idonei per questa gara. E’ straordinario sapere che “siamo in gara”, siamo iscritti e tesserati, cioè siamo dei protagonisti e direttamene responsabili per l’andamento della nostra gara. Nessuno correrà per noi, “anche noi” siamo chiamati a correre e a farlo energicamente! Nella vita cristiana non c’è posto per la mentalità “l’importante è partecipare!”  Chi ha fatto o pratica uno sport anche a livello agonistico, che si prepara e da il  meglio di sé, al momento della gara non si accontenta della semplice partecipazione, ma vuole vincere, vuole la medaglia! Ora come gareggi? Come ti stai allenando? Sei veramente in forma? Il versetto 1 ci da una valida indicazione. Bisogna voler “deporre” un verbo che significa mettere via, mettere da parte, ma cosa?

a. “Ogni peso”. Qui non intende un peccato specifico perché lo indica in seguito. Ma vuol dire  letteralmente un peso, qualcosa di pesante, ciò che è di troppo. Pensa ad un attimo a dei pesi in più che potresti portare e che ti rallentano, che ti bloccano impedendoti così una corsa libera, sciolta ed elastica. Se pratichi uno sport sai di cosa parlo. In ogni disciplina sportiva, l’attrezzatura, ciò che si indossa è fondamentale con tessuti leggerissimi per permettere una maggiore agilità nella prova sportiva.

b. Con la parola “peccato” qui si intende, tenendo in considerazione il contesto storico dell’intera lettera agli Ebrei, quel peccato di incredulità, cioè di non voler intraprendere a quei tempi, ma comunque riscontrabile anche al giorno d’oggi, un taglio netto con tutto ciò che riguardava la tradizione e la religione ebraica.

Ogni peso, ogni tipo di peccato possono compromettere la tua gara. Domandati allora, tu come stai vivendo la tua gara cristiana? A questo punto sarebbe utile fare un check up delle varie aree della tua vita e notare se ci sono cose che ti stanno rallentando, bloccando la tua crescita spirituale. Potrebbe non essere necessariamente una grande cosa, ma qualcosa di subdolo, che tu credi innocuo, che invece ti sta addirittura bloccando. Parlane con un amico /a fidato maturo nella fede e domandagli se vede aspetti nella tua vita che andrebbero “deposti”. Sai a volte abbiamo bisogno di qualcuno al di fuori di noi stessi per vedere meglio ciò che è dentro la nostra vita che ci aiuta a vedere cose che noi stessi non vediamo. Un buon allenatore fa sempre la differenza! Oggi parliamo della figura del mentore[2] e davvero potrebbe essere un aiuto per la tua crescita spirituale. Ne hai uno? Prega e cerca una figura paterna /materna spirituale.

Buona gara!

patriziozucchetto@gmail.com 

[2] Lux biblica n.45 “il mentoring” Edizioni Ibei, Roma.

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