Madre surrogata?
«Mi chiamo Natasha,
ho ventinove anni, sono sposata da undici e sono mamma di un bambino di nove
(…). Sono una macchina perfetta per procreare. Non lo dico io. Me lo ripetono i
medici della clinica Biotexcom di Kiev, una delle più famose strutture in cui è
possibile praticare la maternità surrogata (…). Io ho un solo figlio, la più
grande gioia della mia vita. Gli altri che ho messo al mondo sono i figli di
qualcun altro. Non mi ricordo né il giorno in cui sono nati né se erano maschi
o femmine, nemmeno quanto pesavano. Non mi interessava e non mi interessa.
Questi bambini non hanno niente di me, non hanno il mio Dna, non verranno
educati da me. Io li ho solo partoriti, ho aiutato chi naturalmente non lo
poteva fare»[1]Nel momento in cui è stata intervistata, Natasha era alla quarta gravidanza, stava
aspettando i gemelli di una coppia tedesca. Racconta a Serena Marchi: «Durante le gravidanze che
faccio per altri genitori non penso mai: “Questo figlio è mio, me lo tengo”,
perché so dal primo momento che non lo crescerò, che lo
partorirò e poi lo darò ai suoi genitori… Anche adesso, quando sento i gemelli
muoversi, quando ho le nausee e mi duole la schiena, non si crea quel legame
materno che ho avuto fin da subito con mio figlio»
Ascoltando le parole di questa donna cerco di interpretarne la sua visione dell’etica in genere. E’ giusto la maternità surrogata?[2] Credo che questa donna pensi al suo bene, al bene della sua famiglia (leggo l’articolo per intero su internet), cioè sia un utilitarista e pensando alle varie posizioni etiche già studiate, penso che adotti una posizione situazionali sta. La sua norma è che lei utilizzi qualcosa che funzioni, cioè il procreare e che indirettamente voglia anche far star bene una coppia che non può o non vuole fisiologicamente avere figli. Purtroppo oggi nel mondo i casi sono tantissimi e l’accanimento ad avere un figlio è diventato disperato. Ho visto su twitter come una coppia di omosessuali sia riuscita nel suo paese ad avere un figlio da una madre surrogata[3]. Ecco la direzione che si sta prendendo e la necessità di norme legali per regolare questi casi. Si questo è un caso estremo ma c’è chi “affitta” un utero solo perché non si vuole “perdere” la linea.
Credo che la Bibbia
sia chiara al riguardo. Il legame che esiste tra il concetto della vita in se,
il procreare e proprio il legame tra la i genitori naturali e figlio sia
importante e non farne un commercio o addirittura sbarazzarsi dandoli via. Certo
in Genesi vediamo che Abramo è spinto dalla moglie Sara ad “affittare” l’utero
della serva Agar. Ma questo porta benedizione? Era il piano originale di Dio?
Certo che no visto le conseguenze non solo etniche ma anche religiose fino ai
giorni nostri. Un altro esempio che mi viene in mente è quello di Anna in 1
Samuele cap. 1 e 2 dove certo dona suo figlio, ma certamente non per soldi e
non a qualunque, ma al Signore. All’inizio quando questa donna disperava per
non avere Figli suo marito Elcana al ver 8 capitolo 1 afferma, vedendo il
dolore della donna ad non poter avere figli e disturbata dalla sua rivale
Pennina (pressione sociale) che comunque il loro rapporto era completo.
Leggevo dal compito
dato che in Italia purché sia illegale procedere ad una maternità surrogata,
c’è chi è andato in altri paesi dove questa pratica è riconosciuta. Tornati in
Italia poi dopo un iniziale condanna, con un ricorso addirittura c’è stato un
risarcimento alla coppia inizialmente condannata. Visto il caso e tanti altri
non andati legalmente come questo, ma finiti poi per essere allontanati dai
genitori[4],
credo che “la madre surrogata” non vada incoraggiata e come credenti e
conoscitori della Scrittura e del pensiero di Dio incoraggiare le coppie a
trovare in casi difficili come la sterilità, ad avere la loro identità e
completezza in Dio e se proprio lo desiderano procedere ad un adozione perché
nel mondo ci sono così tanti bambini abbandonati o orfani in cerca di genitori
amorevoli e spirituali. Questi sono questioni che ci troveremo o ci siamo già,
ad affrontare nelle chiese. Sono preparato? Il problema non va affrontato
“dopo” perché non è colpa del bambino che venendo in vita con un sistema “non
naturale” poi si trovi anche ad affrontare tutti i problemi psicologici e
morali di un allontanamento dai suoi genitori surrogati e addirittura affidato
ad una famiglia nuova come il piccolo Tommaso[5].
La nostra preghiera è che lo Stato Italiano e in Europa ci sia chiarezza e un
chiaro sistema legislativo.
[2] http://www.maternitasurrogata.info/maternita-surrogata-cose
[3] @notizieBioetica
[4]
http://www.corriere.it/salute/15_gennaio_27/strasburgo-dice-si-diritto-utilizzare-madre-surrogata-d1e46a64-a616-11e4-96ea-4beaab57491a.shtml
[5]
http://brescia.corriere.it/notizie/cronaca/14_novembre_11/dato-adozione-bimbo-nato-committenza-coppia-bresciana-41cbd0ce-69c7-11e4-96be-d4ee9121ff4d.shtml
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