curare il proprio profilo.
Con l’incalzante progresso della
tecnologia, anche la nostra comunicazione sembra subire una notevole influenza.
Investiamo sempre più del tempo per aggiornare lo stato del nostro profilo sui
social e di controllare poi quanti “like” abbiamo ricevuto dopo aver postato una foto, oppure una
citazione o frasi che raccontano un’esperienza appena vissuta.
In questa
società multimediale e sempre “più social” mi domando cosa avrebbe postato
l’apostolo Paolo o il suo fedele e caro discepolo Timoteo. Si mi riferisco ad un personaggio biblico e cristiano visto che qui in Italia diciamo di essere, almeno la maggioranza, dei cristiani. L'essere cristiani significa seguire Cristo Gesù e gli insegnamenti da Lui vissuti e lasciati agli apostoli. Uno di essi, è Paolo. L’apostolo Paolo
incoraggia il giovane Timoteo a fare una cosa che secondo lui, fosse
fondamentale per un sano cammino con il Signore e per il servizio che stava
offrendo. Nella sua seconda lettera a Timoteo al capitolo 2 versetto 22 scrive
di “fuggire le passini giovanili e
ricercare la giustizia, la fede, l’amore, la pace con quelli che invocano il
Signore con un cuore puro” Immagino allora le difficoltà e le pressioni che
il giovane Timoteo, nella sua società affrontava. Una società di allora non tanto
diversa da quella di oggi che lo metteva davanti ad una scelta etica da fare. In questa frase c’è l’esortazione a compiere
un azione chiara e determinata di “fuggire” per poi “ricercare”. Cioè separarsi da qualcosa che non produce
giovamento per poi sostituirla con aspetti che invece arricchiscono e producono
crescita qualitativa nella vita cristiana. In altre parole non è possibile
aspettarsi un progresso circa la giustizia di Dio, non parlo di quella teorica
ma di quella vissuta nel quotidiano, quella contenuta nella Sua Santa Parola,
la fede cioè la fiducia in un Dio vivente chi opera realmente in chi vive
sottomesso e poi cedere alle passioni ingannatrici e distruttive di cui la
società di oggi ci propone continuamente. Bisogna invece ricercare l’amore, quello
divino che è disinteressato e non si aspetta nulla in cambio come quello
dimostrato con Gesù alla croce. Un amore che non vuol dire lasciarsi andare in
atti impuri in una società sempre più sensuale e provocatrice con continue
immagini che suscitano passioni incontrollate. un mondo sempre in guerra con se
stessi e con gli altri, l’apostolo Paolo incoraggia Timoteo ad essere un
giovane che ricerca la pace, una parola tanto usata ma che poi si dimentica
quando vengono attaccati i propri interessi o cose a cui teniamo gelosamente. Certo
la vita è fatta anche da passioni che ci aiutano nella perseveranza, che ci
fanno fare grandi sacrifici per raggiungere un traguardo. Ma qui Paolo non sta parlando delle passioni
utili ma quelle nocive e distruttive. Poi Paolo aggiunge di fare tutto questo
“con quelli” cioè con quelle persone che invocano il Signore con un cuore puro.
Cioè associarsi e non vivere isolati e pensare di essere delle isolette capaci
da andare avanti da sole. Invece Paolo sprona il giovane Timoteo a trovare la
sua forza si nel Signore, ma anche nell’amicizia
cristiana e quindi sviluppare delle vere relazioni fraterne con coloro che hanno
preso una decisione nel proprio cuore di credere e di seguire il Signore di cui
Paolo era servo e testimone. Significa anche avere il coraggio di staccarsi da
chi non ricerca tali cose per associarsi con chi segue Gesù. Un valido esempio nel Vecchio Testamento che
scelse di fuggire davanti a una situazione difficile fu Giuseppe (Genesi 39:12).
La moglie del padrone della casa dove Giuseppe era diventato maggiordomo e
responsabile, voleva unirsi fisicamente con lui e lo provocava ogni giorno
invogliandolo a cedere alla sua proposta. Rifiutare poteva significare anche la
morte, visto che Giuseppe era uno schiavo. Ma Giuseppe un giorno decise di
fuggire davanti a quella situazione, anche denudato, per ricercare invece di
mantenere saldi quei valori di cui ne era fiero, la giustizia, la fede, l’amore
e la pace che procedono da Dio. Tutto questo significò la prigione per
Giuseppe. Mi domando quanti “like”
avrebbe ricevuto Giuseppe a tale comportamento nel mondo di oggi? Affidiamo al
Signore le nostre vite, le nostre scelte e assicuriamoci di “fuggire” da quelle
passioni giovanili per “ricercare” con chi ama e segue il Signore la giustizia,
la fede, l’amore, la pace e sicuramente ubbidienti alla Sua santa Parola
potremo confidare sicuramente in un “like” da Dio!
Un caro saluto a tutti
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