Giustificati si, giustificati no?

Il riformatore del 16° secolo Martin Lutero, disse che la lettera ai Galati è una lettera a cui Egli era unito in matrimonio. Non solo Martin Lutero reputava la giustificazione per fede “l’articolo principale della dottrina cristiana”. 

Testo : la lettera di Paolo ai Galati capitolo 1 versetti 1 a 10. 
Il soggetto centrale della lettera ai Galati è l’attacco frontale alla giustificazione per sola fede e non dalle opere della legge. Ma poi vediamo come il tema dell’operare in comunione nello Spirito sia importante per la libertà cristiana. E’ una lettera scritta da Paolo Apostolo tra il 48 e 49 D.C. Paolo dall’inizio non esprime calore come nelle altre lettere. Non c’è una preghiera come in Filippesi, Colossesi ma va subito al dunque, facendoci vedere come egli fosse preoccupato e usi anche dei toni forti visto che la questione in gioco, il Vangelo. Non solo il suo apostolato è sotto attacco e lui ci tiene a dire dall'inizio che il suo apostolato è stato direttamente dal Signore Gesù. Paolo non tollera questo attacco al Vangelo perché ciò che è attaccato è la natura stessa del Vangelo. 

I destinatari della lettera ai Galati avevano disertato (termine militare) la persona di Gesù Cristo. Avevano abbandonato la dottrina della grazia. I Giudei facevano fatica ad accettare i gentili, di come anche loro potessero essere salvati ugualmente per grazia come i giudei cristiani. I Giudei volevano che i gentili diventassero loro proseliti e della loro legge abbracciando pratiche come la circoncisione. Per questi giudei la “fede” non era sufficiente per la loro giustificazione. Essi volevano aggiungere dottrine, cioè buone opere per contribuire alla salvezza alla giustificazione.

Cos'è la giustificazione?  Prima di lanciarci in una definizione, dobbiamo un attimo riflettere sulla santità di Dio, sul Suo carattere. Un Dio giusto che agisce solo in funzione della sua giustizia. Non c’è nulla che non va in Dio. Tutto questo è rivelato nelle Sacre Scritture.
Giobbe nel suo libro si domandava “Come potrebbe il mortale essere giusto davanti a Dio?” (Giob 9:1)
Il peccato e la colpa dell’uomo che trasgredisce così la legge di Dio e non può raggiungere questo Dio, il quale è puro e che quindi non può avere una relazione con Lui. L’uomo è allora condannato, spacciato e dichiarato “colpevole” davanti a un Dio giusto che giustamente deve giudicare l'uomo trasgressore della Sua legge. Come fa un uomo ingiusto / colpevole ad avere comunione, contatto, unione con un Dio santo e giusto? Può l'uomo meritarsi il favore di Dio tramite delle prestazioni morali? Se fosse stato possibile, perché scomodare il Figlio di Dio, Dio-uomo a morire in croce? La croce fu allora l'unica soluzione o un opzione? Domande lecite davanti ad una questione tanto dibattuta.

La giustificazione è la dichiarazione di Dio, mediante l’opera sostitutiva alla croce di Gesù Cristo che muore al posto del peccatore, colpevole di peccato, mostrando la sua giustizia comunque perché punisce il peccato trasferendolo dal peccatore, dall'uomo, a Suo Figlio, giusto, puro e senza macchia alla croce e vede in Cristo e solo per i suoi meriti, il peccatore salvo e innocente, quindi dichiarato GIUSTO. Quindi il peccatore è giustificato come se non avesse mai peccato perché i suoi peccati sono stati giudicati e condannati alla croce. Ecco la grazia infinita di Dio che soccorre l'incapacità umana.
Il sostantivo “giustificazione” e il verbo “giustificare” assunsero, al tempo della riforma, il significato di entrare “in un rapporto corretto con Dio”[1]
Questa dottrina – la giustificazione - è il succo del Vangelo. La buona notizia è che il peccatore è giustificato gratuitamente secondo Romani 3:21 in poi, da Dio per la sua grazia indipendentemente dalla legge, manifestando la giustizia di Dio comunque, che si manifesta mediante la fede in Gesù Cristo per TUTTI coloro che credono. Ecco la soluzione. La croce diventa allora l'unico strumento di salvezza e la giustificazione valida solo quella pronunciata da Dio, cioè per sola fede. 

L'uomo peccatore (tutti lo siamo secondo la lettera ai Romani capitolo 3:23) allora ponendo la sua fiducia unicamente nel sacrificio sostitutivo di Gesù Cristo in croce, diventa possessore di uno status quo, quello di GIUSTO, cioè una dichiarazione fatta da Dio per chiunque crede, che il sacrificio di Gesù, il Suo sangue versato alla croce, è perfettamente sufficiente per concedere si la "copertura" del perdono, perché Gesù ha pagato il prezzo del peccato commesso del peccatore con il Suo sangue innocente, ma anche la condizione da CONDANNATO a GIUSTO. Tu lo hai fatto? 
Ci sono meriti per chi crede allora? Certo che no, i meriti sono del Signore Gesù Cristo. L’opera è completa e perfetta portata a compimento da Lui stesso nel piano salvifico.
Paolo in Galati è turbato perché questa dottrina è attaccata dai falsi insegnanti che volevano aggiungere alla giustificazione del peccatore le opere della legge.
Ver 8 e 9. Parola “eteros” cioè "un altro, di un altro tipo", un altro vangelo. Paolo si ripete poi enfatizzando quanto stia dicendo qui.  In sintesi, se si accetta un Vangelo sbagliato, si crede in una salvezza sbagliata che non è salvezza per cui non sei salvato affatto. Senza la visione biblica della giustificazione per fede, si è in presenza di un “altro vangelo”

Oggi giorno perché questo discorso ci interessa quanto più che immaginiamo?
La lettera ai Galati e incrociando anche quella dei Romani è attuale in un clima moderno di tolleranza religiosa. Tutte le religioni portano a Dio? Tutte le giustificazioni sono valide? Immagina un attimo se l’uomo dovesse progettare e realizzare una religione a sua immagine. Cosa disegnerebbe? Sarebbe una religione che avrebbe l’uomo in avanti, preminenza con le sue belle opere che lo esaltano e lo fanno apparire capace e meritevole davanti a Dio che veramente viene ridimensionato dalla bontà e capacità umana. Davanti a Dio non potremo mai apparire più giustificati o meno giustificati. Dio "in Cristo" e nella Sua unione, ci vede giusti, dichiarati non colpevoli e condannati, ma giusti. Che meraviglia! Questa è libertà.

L'autore James Paker afferma “La religione naturale dell’umanità dalla caduta ad oggi, come scrisse nel 1692 Robert Traill puritano scozzese “Tutti gli ignoranti, che non sanno nulla né della legge, né dell’Evangelo”, “tutti gli arroganti e fieri peccatori”, “tutti i formalisti” e “tutti gli zelanti devoti a una religione naturale”, si schierano come “nemici dell’ Evangelo”.

Una domanda sorge – se siamo giustificati allora abbondiamo nel peccato vivendo rilassatamente? Paolo vede questo pericolo e in Romani 6 :1 risponde, NO. Anzi dare le nostre membra come “strumenti di giustizia” ver 13 e dal ver 15 fino alla fine parla del rapporto tra il servire alla giustizia e il peccato. “Peccheremo forse perché non siamo sotto la legge ma sotto la grazia” No di certo” ver 15 afferma Paolo con forza.

Poi l'epistola di Giacomo 2 versetti 14 in poi parla del rapporto tra fede e opere e al ver 24 afferma qualcosa che sembra contraddire Paolo come se la giustificazione sia per opere anche. La fede senza opere è morta e chi è giustificato lo prova con le sue opere e la sua condotta cristiana vivendo per lo Spirito. 

La giustificazione per sola fede è il Vangelo, il cuore del Vangelo. Anche se un angelo, qualsiasi figura non terreste venisse e enunciasse un vangelo diverso, sia maledizione. Pensa alla serietà qui. Paolo reagiva con forza, non comprometteva questo messaggio e neanche noi dobbiamo presentare o adattarci ad un vangelo diverso.
Allora non darsi al peccato o rilassati nella nostra giustificazione ma operare e far conoscere il vero Vangelo intorno a noi. Un vero vangelo salva e non l’inverso, anzi fa continuare a vivere sotto maledizione e condanna. Il falso vangelo “turba” mente il “vero” porta salvezza pace e grazia.

Cordiali saluti,


[1] Alister McGrath pag. 437 Dottrina cristiana, 1 Vol. Claudiana. 

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