Il fine giustifica i mezzi?

Questa frase racchiude un modo di fare che oggi giorno è molto diffuso. Ma per arrivare ad uno scopo veramente è necessario usare ogni tipo di mezzo lecito o non? Cosa ne pensa la Parola di Dio?
Nel vecchio testamento troviamo tra i vari re di Giuda uno di nome Asa.  Nel secondo libro delle Cronache cap. 14:1 subito ci viene descritta la sua scheda spirituale. Asa fece ciò che è buono e retto agli occhi del Signore, suo Dio. Nel libro dei Re nel passo parallelo, ci viene detto che Asa si comportò bene come il re Davide. Dall’inizio del suo mandato il qualità di re, Asa cercò di non solo di essere una guida politica a livello nazionale ma come del resto era richiesto dal Signore stesso per il Suo popolo, una guida soprattutto spirituale. Due sono le vicende registrate nel libro che ci fanno intendere la dipendenza del re Asa da Dio. Il primo è collegato al tempio. Infatti si impegnò subito a rimuovere quelle pratiche idolatre che erano state stabilite e favorite dai suoi predecessori. Secondo, Asa viene attaccato dagli Etiopi. La sua preghiera è un esempio perché ci viene descritto come un uomo che ha una fede in Dio e nell’interveto della Sua potenza.  Nel Suo volere, Dio interviene e rende vittorioso Asa su di un popolo avversario numerosissimo. Ma il tempo passa e nell’anno trentaseiesimo del suo regno, Asa affronta un'altra enorme sfida (2 Cr. 16:1). Il re d’Israele Baasa (il regno costituito dalle tribù separate del nord) aveva iniziato la costruzione di una fortezza a Rama che minacciava la pace e l’economia del regno di Giuda. Impaurito da questo fatto, Asa stabilisce un’alleanza con il re di Siria Ben-Adad e per corromperlo, prende dell’oro e dell’ argento dalla casa del Signore chiedendo specificatamente la rottura dell’alleanza tra il re d’Israele Baasa, precedentemente stipulata, con il re Siriano Ben-Adad (2 Cron. 16:3). Il piano di Asa ebbe successo e il re d’Israele cessò la costruzione a Rama. Asa utilizzò poi i materiali che servivano per la costruzione di Rama per edificare due città.
Cosa era successo ad Asa?
Dove era finita la fede che aveva dimostrato contro la guerra con gli Etiopi?
Cosa ne era della sua integrità davanti al Signore?
Perché aveva ricorso all’aiuto di una nazione pagana e avversa al popolo di Dio invece di appoggiarsi sul Signore? Certo Asa aveva cambiato il suo modo di pensare e di agire di conseguenza. Per Asa ora il fine giustificava i mezzi. Successivamente Dio manda un suo profeta Cananai, il quale rimprovera il re Asa del suo comportamento e della sua mancanza di fede verso il Signore che già nel passato lo aveva liberato dai suoi nemici e che quindi sarebbe stato ancora capace di ripetersi ( 2 Cron. 16:7 a 9). Asa non solo si alleò con la Siria ma rifiutò il richiamo di Dio per mezzo del Suo profeta, facendolo mettere in prigione e irritandosi con alcuni del suo popolo. La sua condotta peggiorò a tal punto che colpito da una malattia ai piedi, non ricorse al Signore, ma il testo sottolinea, ai medici.
Cosa impariamo dalla storia di questo re? Certo come tanti, aveva iniziato bene, ma poi con il tempo, Il suo modo di pensare era cambiato davanti al Signore. Davanti alle sfide non aveva reagito nello stesso modo. Asa ricorre ad un aiuto che non era del Signore per raggiungere uno scopo. I suoi mezzi per raggiungere tale scopo, lo avevano compromesso spiritualmente utilizzando le risorse del Signore per dei fini specifici. Lo scopo di Asa era di assicurare pace e stabilità economica al suo paese ma aveva ricorso a dei mezzi non leciti.

Ci siamo mai trovati in una situazione del genere? Crescere e maturare nella fede significa non compromettere i valori del regno di Gesù e di portarli avanti  anche in situazioni difficili. Davanti alle sfide, ai pericoli, alle decisioni da prendere, il credente non abbassa i suoi valori spirituali, ma chiedendo al Signore la forza e la via d’uscita vedrà come il Signore agisce e ne uscirà vittorioso. Il fine “non giustifica i mezzi” perché questo modo di fare porta al fallimento e al peccato. Asa aveva l’occasione per ravvedersi quando il profeta parlava da parte di Dio, invece si ostinò e si ribellò davanti al Signore. Se Asa si fosse ravveduto, immagino che la sua vita sarebbe finita diversamente. Se hai adoperato dei mezzi per raggiungere determinati scopi, mezzi che non onorano il Signore, oggi stesso puoi raddrizzare la tua rotta spirituale chiedendo perdono al Signore e continuando il tuo cammino cristiano. Forse al momento sembra difficile perché separarsi dal peccato e cercare la consacrazione a volte può rivelarsi doloroso, ma necessario per ripristinare il cammino personale con il Signore che il peccato ha interrotto. 
Non solo, il nostro ostinarci a non voler ravvederci porterà ad un peggioramento graduale che è caratteristica del peccato. Il profeta chiaramente annuncia ad Asa che il Signore percorre con lo sguardo tutta la terra per spiegare la sua forza in favore di quelli che hanno un cuore integro verso di Lui (2 Cr. 16:9). Questo ci incoraggia perché ci fa capire che Dio non solo vede le nostre situazioni conoscendole fino in fondo, ma è volenteroso nel dispensare la Sua forza a coloro che in situazioni varie desiderano viverle con integrità di cuore! Li proprio dove gli altri adoperano mezzi “non convenzionali”, Dio stesso elargisce la propria forza per te che vuoi rimanere fermo ed utilizzare vie che il Signore approva. Gli incidenti di percorso succedono, ma la grazia di Dio è tale da volerci tirare fuori da situazioni compromette voli e può usare un articolo come questo.

Pensaci “Il fine, davanti a Dio, non giustifica i mezzi che non rispettano la su Santa Parola”

Patrizio Zucchetto




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