La conclusione perfetta, Apocalisse 21 e 22, sesta parte: il tabernacolo.



L’apostolo Giovanni nel capitolo 21 e 22 ci fornisce una serie di informazioni e di dettagli dello stato eterno incominciando dal versetti 1 capitolo 21 con “vidi nuovi cieli e nuova terra..”  
Lo scrittore usando un linguaggio figurativo vede delle immagini, cercando allora di trasformarle in lettere si esprime con questo linguaggio.  In questi due capitoli troviamo la conclusione di temi che ricorrono tutta la Scrittura, nella sua narrativa biblica, iniziando dalla Genesi. Questo per me è affascinante! Cioè qui vedo la conclusione “perfetta” di temi che ho visto la loro nascita e sviluppo in tutta la Scrittura. Il sesto tema è il Tabernacolo. 
Capitolo 21 versetto 3: “Ecco il tabernacolo di Dio”. Un tema che parte dalla Genesi, li nel giardino. Dio che desidera la comunione con la sua creatura, che cammina, che relaziona con lei li nel giardino. In Apocalisse 21 non può mancare questo tema. Esso attraversa tutta la scrittura. In Genesi 2 e3 prima della caduta l’uomo e la donna realizzano qualcosa di straordinario, vivere in piena comunione con Dio. Ma conosciamo il proseguo. L’uomo pecca, viene meno nel giardino e a causa della sua disubbidienza, l’uomo e la donna vengono cacciati via e a vivere una vita di sofferenze e difficoltà come conseguenza della loro disubbidienza. Il peccato stabilisce una distanza, un divario tra l’uomo e Dio.
A questo punto, Dio se ne è stato sulle sue? E’ rimasto lontano? Aveva le ragioni per farlo, ma Dio ha sempre cercato un rapporto ed è questo il pensiero centrale. Dio si fa avanti per oltrepassare quel divario che l’uomo ha stabilito a causa del suo peccato.
Dopo la liberazione del popolo d’Israele, dopo l’Egitto, dopo averli promesso che il popolo sarebbe stato un regno di sacerdoti, una nazione santa stabilendo un patto (Esodo 19 patto del Sinai), dopo  avergli dato la legge (Esodo 20 i dieci comandamenti), la tappa importante è la costruzione di un tabernacolo, di una tenda di convegno. La parola ebraica skènè è strettamente associata alla parola ebraica Shekinah, che veniva utilizzato per descrivere la gloria di Dio.
Nel libro dell''Esodo 25 versetto 8 – c'è una promessa, qual è? “Io abiterò in mezzo a loro” Questo Dio grande e tremendo che il popolo ha visto operare prodigi in Egitto, liberandolo dalla tirannia del faraone, aprire il mar Rosso, vedere il monte Sinai tutto fumante, i tuoni, il terremoto, ora prometteva che una volta costruito il tabernacolo, Egli sarebbe sceso ed abitato in mezzo al popolo, nel tabernacolo. Ma qual’era lo scopo del tabernacolo? Nel capitolo 25 di Esodo dal versetto 1 a 9 troviamo le istruzioni, il comando di costruire un “santuario” e di farlo non con idee proprie ma secondo il modello che Dio aveva in mente. Quindi il tabernacolo è un idea divina. Lo scopo principale è realizzare la dimora di Dio con il suo popolo. Ma sappiamo bene che non si poteva incontrare Dio faccia a faccia, personalmente ma era necessario un luogo d’incontro, e in questo luogo era necessario una mediazione svolta tramite un ufficio di sacerdozio.
L’importanza del tabernacolo è segnata dal numero di capitoli che gli sono dedicati nel libro dell’Esodo (25 a 31; 35 a 40) cioè un terzo dell’intero libro.
Dio aveva uno scopo ben preciso nella costruzione:
  1. L’eterno Iddio poteva abitare in mezzo al popolo, ciò rendeva il popolo unico tra tutti i popoli della terra.
  2. Il peccatore aveva un punto di contatto con il Suo Dio.
  3. Insegnare all’ uomo, prima che si accostasse a Dio, la sua santità e la necessità del sacrificio.
Questo era un vero e proprio “tempio viaggiante” da costruire quando si arrivava e si accampava in un posto e da smontare e trasportare quando ci si metteva in viaggio verso la prossima destinazione, seguendo la nuvola o la fiamma di fuoco di notte. Più avanti quando il popolo sarebbe arrivato alla terra promessa e ai tempi di Salomone, il tabernacolo viene sostituito dal tempio, una struttura fissa e non più mobile, certamente più prestigiosa e di valore, ma lo scopo era sempre lo stesso, la presenza di Dio, il dimorare nel Suo popolo. I materiali usati erano ricchezze dall’Egitto, oro, argento, rame, stoffe varie, pellame di animali.
Il tabernacolo, la tenda era divisa in due ambienti, o stanze separati da un telo. La prima parte era lunga circa 5 metri per 15, mentre la seconda 5 x 5 metri circa, praticamente un cubo. Il primo ambiente era chiamato luogo santo, mentre il secondo luogo santissimo, cioè il luogo più santo[1] (Levitico 16:2-3; Ebrei 9:12; 10:19). Ancora, il primo ambiente è chiamato primo tabernacolo, mentre il secondo, secondo tabernacolo (Ebrei 9:6,7). Il velo di separazione (parole: un termine usato per nessun altra tenda) fatto dello stesso tessuto, colori e disegno dei teli del tabernacolo.
Gli arredi.
Nel luogo santissimo c’era l’arca del patto che custodiva la legge, le tavole che Dio diede a Mosè.  Era ricoperta da una lastra d’oro puro e un cherubino posto da ogni lato, erano due rivolti uno verso l’altro. Wenham suggerisce che questi cherubini, da studi fatti e scoperte archeologiche, avevano un figura feroce anziché degli angioletti cicciottelli.[2] Il nome di questa lastra era kapporet che non significa coperchio, ma propiziatorio, cioè il luogo dove veniva sparso il sangue dalla propiziazione dal sommo sacerdote una volta l’anno che entrava, li ci si incontrava con Dio. Non ci si poteva incontrare con Dio senza la mediazione del sommo sacerdote e dello spargimento di sangue causato dal peccato.

Nel luogo santo davanti al velo c’era l’altare dei profumi, fatto di legno d’acacia ricoperto d’oro puro. Poiché era in corrispondenza all’arca, si considerava un arredo del luogo santissimo (1 Re 6:2 e Ebrei 9:4). Sul lato nord c’era una tavola per il pane della presentazione, 12 pani che rappresentano le 12 tribù. Poi c’è il candelabro che rappresenta la benedizione di Dio di illuminare il suo popolo.

Teologicamente il tabernacolo come dimora di Dio sulla terra è di massima importanza, essendo il primo della serie: il tabernacolo, il tempio…poi visto l’abuso che se ne faceva cosa successe al tempio nel 586 A.C.? Il popolo fu deportato in Babilonia e dopo 70 anni ricominciarono la ricostruzione. Ma la disubbidienza non cessò. Ai tempi di Erode il Tetrarca, il tempio era una e sola bella costruzione che Gesù dovette purificare cacciando i mercanti.

Il tabernacolo, il tempio…l’incarnazione. Perché? Con la venuta del Signore Gesù, Dio è sceso personalmente sulla terra e Giovanni nel suo vangelo usa un termine meraviglioso che usiamo e non ce ne accorgiamo – La Parola, il logos si è fatto carne e ha abitato per un tempo fra di noi, piena di grazia e di verità; e noi abbiamo contemplato la sua gloria, gloria come di unigenito dal Padre (Ver 14, cap. 1)
Nessuno ha mai visto Dio; l’unigenito Dio che è nel seno del Padre, è quello che l’ha fatto conoscere. Ver 18
“Abitato”, originariamente il verbo è “tabernacolato” cioè venire per erigere un tabernacolo. NT Wright e il suo libro[3] Gesù viene ad incarnare dei simboli, tra i quali il tempio. Ecco come questa tematica del tabernacolo sta prendendo sempre più valore fino ad arrivare al suo significato estremo.
Gesù viene ed abita sulla terra come Dio ha abitato nel VT mediante il tabernacolo, con la sua carne, la sua carne aveva il significato della tenda, del tabernacolo! Viene con uno scopo mediante la sua opera alla croce, Egli ci avrebbe portato direttamente a Lui ora senza più tende, sacrifici, sacerdoti.

Ebrei 9 ver 12 – quando Gesù muore cosa succede nel tempio? La cortina che separa i due ambienti si squarcia!Una nota interessante! Perché si parla qui del tabernacolo se ai tempi della lettera il tempio era eretto? Il tabernacolo era una cosa vecchia e passata! Probabilmente si viveva con quella nostalgia storica della gloria di dio che si ferma che invade il tabernacolo e il tempio dopo. Qualcosa che dopo la deportazione babilonese non si era mai più veramente verificata (NT Wright)

Parliamo ora della chiesa….Efesini 2:22 “In LUI (Gesù) voi pure entrate a far parte dell’edificio che ha da servire come DIMORA (Esodo 25:8) a Dio per mezzo dello Spirito.
Dio abita nella Sua chiesa di cui il capo è Gesù Cristo.

Quando poi leggiamo in Apocalisse 3 del tabernacolo, ver 22 che non ci sarà più il tempio nella città, chiaramente sta dicendo che Dio stesso con la sua presenza reale e diretta realizzerà quell’unione perfetta mediante lo Spirito Santo con coloro che saranno li nell’eternità. Qualcosa che ora non capisco appieno. Ma un giorno tutto sarà chiaro alla presenza diretta e perfetta con Dio trino. Allora quando Giovanni nell'Apocalisse 21, vede il tabernacolo scendere, sta enfatizzando come non sia questo un evento momentaneo o transitorio, ma la presenza di Dio sarà con il Suo popolo o meglio come ver. 3 sottolinea, con i popoli, per sempre, cioè per l’eternità. 
Non ci sarà più bisogno del tabernacolo, ma qui simbolicamente, il linguaggio figurato significa l’unione perfetta, la gloria di Dio reale e diretta con i suoi popoli. Che meraviglia abitare con il Signore, in una presenza perfetta per l'eternità. 




[1] Dizionario biblico gbu pag. 1551
[2] Studiare la Bibbia. Edizioni BE, pag 121, Pietro Ciavarella. Genesi a Deuteronomio.
[3] Gesù di Nazaret, sfide e interpretazioni. Claudiana. NT Wright, pag. 55-60

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