Non si può amare Dio nel modo giusto, se non impariamo a conoscerlo per mezzo della sua Parola.
Si può davvero amare Dio non approfondendosi cosa la Sua Parola afferma
circa gli orizzonti di questo amore? Credo che dobbiamo partire dal
presupposto che la Bibbia è la Parola di Dio. Cioè la Sua volontà, i Suoi
pensieri, ciò che ha per noi quali Suoi figli, sono contenuti nella Sua Parola
cioè la raccolta di questi 66 libri che Paolo definisce nella sua seconda
lettera a Timoteo come “ispirati” al capitolo 3 versetto 16. Come oggi, per
secoli la Parola di Dio è stata attaccata e in un modo sorprendente è
sopravvissuta perché non è un libro qualsiasi. Un
aneddoto su tutti dichiara la potenza che accompagna la Parola di
Dio, la potenza divina. Il filosofo francese Voltaire, predisse nel ‘700 che la
Bibbia sarebbe stata dimenticata nell’arco di un secolo e che ne sarebbero
rimaste solo poche copie n solo poche copie nei musei. Venticinque anni
dopo la sua morte, la sua casa e le sue presse tipografiche furono usate dalla
Società Biblica di Ginevra per stampare e diffondere la Parola di Dio! La
Bibbia è il libro di Dio, un libro che Dio ha dato all’uomo affinché non solo
conosca se stesso quale peccatore e quindi bisognoso dell’opera salvifica
mediante la croce, ma conosca questo grande e infinito Dio che lo chiama alla
comunione personale con lui. Il salmista poteva dire di aver conservato la
Parola di Dio nel suo cuore affinché non peccasse contro di lui (Salmo 119:
11). Qui notiamo che la conoscenza intima della Parola di Dio serve al credente
di conoscere la volontà di Dio, la Sua santità e di conseguenza non fare cose
che gli dispiacciono e quindi non peccare. L’apostolo Paolo esorta i credenti
nella sua lettera ai Colossesi di far abitare abbondantemente la parola di Cristo in loro, dopo aver spiegato la
necessità di spogliarsi del vecchio uomo e di rivestirsi del nuovo (capitolo 3:
16). Notiamo che nella vita cristiana, le parole di Gesù, sono necessarie per
la crescita personale e la testimonianza di tutti i giorni. Il Signore Gesù nel momento più intimo con i
suoi discepoli, lasciando il suo testamento spirituale nel Vangelo di Giovanni
al capitolo 14 fa delle affermazioni importanti che riguardano, l’amore, la
conoscenza di Dio e la Sua Parola. Dal versetto 15 afferma “se voi mi amate, osserverete i miei comandamenti”. Cioè amare Dio,
affermare di amarlo, di volerlo seguire, implica l’osservanza dei suoi
comandamenti i quali non sono gravosi ma indispensabili per un rapporto con il
Signore stesso. Sempre l’apostolo Giovanni, ma nella prima lettera al capitolo
5: 2, 3 conclude un discorso che porta avanti dal primo capitolo. Cioè amare
Dio nel modo giusto significa osservare i suoi comandamenti che richiedono
l’amore e quindi non l’odio, per il proprio fratello in fede. Questi sono solo
alcuni esempi del legame che esiste tra l’amore che proviamo per Dio e
l’osservare i Suoi comandamenti.
Sono questi comandamenti che
regolano questo rapporto e non un facile sentimentalismo che spesso è guidato
da un cuore senza Dio; il profeta Geremia afferma che il cuore umano è
“insanabilmente malvagio” (17:9). Cioè amare Dio “naturalmente” non è
possibile. Il nostro cuore è naturalmente egoista, orgoglioso e presuntuoso. Abbiamo
bisogno di conoscere un amore che è frutto della rigenerazione spirituale e che
è stato sparso, come afferma Paolo nella lettera ai romani capitolo 5: 4, nei
nostri cuori mediante lo Spirito Santo. Non solo un amore che non solo va
conosciuto ma imitato come Paolo ai credenti di Corinto afferma nel suo famoso
capitolo 13. Un amore che al ver 7 è capace di soffrire, credere, sperare e
sopportare “ogni cosa”. Ma come si fa senza l’intervento dello Spirito Santo
nella nostra vita? Come si fa a conoscerlo, comprenderlo e volerlo applicare
lontani dalla Sua parola scritta che ci informa sul da farsi? Più avanti Gesù
sempre nel capitolo 14 del vangelo di Giovanni afferma che “Chi ha i miei comandamenti e li osserva, quello mi ama, e chi mi ama
sarà amato dal Padre mio, e io lo amerò e mi manifesterò a lui” ver 21.
Questo versetto ha una profondità incredibile. Non solo ci dona delle linee
guida, un amore cioè provato dall’attaccamento ai comandamenti del Signore, ma anche
una meravigliosa promessa, cioè l’amore del Padre mediante la manifestazione
dell’amore al Figlio da parte dei
discepoli e il manifestarsi della presenza del Figlio, nella vita di chi vive e
realizza questo amore stretto con Gesù. Il ver 23 poi spiega che addirittura
sia il Padre che il Figlio, verranno da noi e dimoreranno presso di noi!
Oggi assistiamo ad un allontanamento alla Parola di Dio anche da chi afferma di amare Dio e di volerlo seguire. Il risultato è che si conosce poco la parola di Dio, con conseguenze che portano ad un amore per Dio che spesso non riflette i valori e i voleri inseriti nella sua Parola. Badiamo a curare magari più il profilo di face book anziché approfondire tematiche fondamentali per il nostro rapporto con il Signore e quindi conoscere la Sua volontà per la nostra vita. Oggi in tanti dicono di non saper discernere la volontà del Signore per la propria vita. Credo che una delle ragioni è che si conosca poco la Sua Parola e di conseguenza non si è imparto ad amarlo abbracciando nella sua totalità la Sua volontà che a volte può essere dal punto di vista umano dolorosa e difficile. Ecco che si dice di amare Dio, ma poi quando si affrontano prove e momenti difficili, questo amore tanto decantato per Lui, si dissolve facilmente. Amare Dio significa amarlo anche in condizioni difficili e crescere in questo amore profondamente.
Un compitino: puoi impegnarti da
oggi in poi a dedicare il giusto tempo alla Parola del Signore? Amando la Sua
Parola, imparerai ad amare Dio nel modo giusto e conseguentemente il tuo
prossimo!
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