Distributori di grazia


Ero in treno e avevo bisogno di un caffè. Sono andato verso il vagone ristorante e mi sono accorto che non c’era perché nel treno c’era il distributore delle bevande e snack! Il distributore era pieno zeppo e bastava solo mettere una monetina e pigiare l’articolo desiderato!

Se nella vita cristiana potessimo essere “distributori di grazia”! Ciò che desidero condividere in questo articolo è che come destinatari della grazia di Dio, salvati per grazia molto volte siamo come quel distributore, siamo pieni ma può succedere che “non distribuiamo” la grazia, perché? Durante la giornata incontriamo tante persone ma a volte non concediamo la grazia di Dio. Cosa vuol dire? Cioè il vivere desiderando di concedere la grazia, dispensando la grazia di Dio agli altri, nelle mie relazioni personali testimoniando il carattere di Dio che per natura è un Dio di grazia.

Cos’è la grazia di Dio?  La grazia è il generoso favore di Dio verso dei peccatori immeritevoli e bisognosi quali noi tutti siamo. La grazia è dimostrare, estendere un favore, gentilezza verso qualcuno che non lo merita e che mai potrà guadagnarlo. Nel Nuovo testamento chi aveva ricevuto per grazia la salvezza da Dio era chiamato a sua volta a dimostrare con la propria vita, atteggiamenti di grazia verso gli altri.  Cioè se Dio aveva usato un atteggiamento di grazia nel nostri confronti, così noi dobbiamo imitarlo verso gli altri. Penso a brani come Atti 11:23; 14:26 e il versetto in Efesini 4:32 Paolo sta affermando di perseverare in questa grazia mostrando misericordia, benevolenza e perdono reciproco. 

Ma in pratica cosa vuol dire?
Per prima cosa significa voler annunciare in tutti i modi il messaggio della grazia di Dio ad una generazione che senza Dio è perduta. Questo dovrebbe essere fatto sempre adottando uno stile di vita evangelistico e spandendo dappertutto il profumo di Cristo.  Se poi parliamo di grazia inevitabilmente allora parliamo del perdono. Perseverare nella grazia vuol dire avere un atteggiamento di perdono. A volte però facciamo fatica a dimenticare,  a perdonare di cuore, ma perché? Riserbiamo rancori, diventiamo amari e teniamo le persone che ci hanno fatto un torto a distanza anche se ci chiedono perdono. Diciamo “ma ti ho perdonato!” e nel nostro cuore in realtà siamo diventati freddi, alla prima occasione facciamo finta di dimenticare un avvenimento importante che riguarda quella persona, tipo non gli facciamo gli auguri di compleanno! E’ segno tangibile della grazia di Dio applicata quando perdoniamo e lo testimoniamo con la pratica ristabilendo il rapporto così come erano prima. Certo in alcuni casi ci vorrà del tempo, ma dovremmo tendere al rapporto pienamente ripristinato. Un altro aspetto della grazia è la generosità. Viviamo in tempi difficili di vera crisi e instabilità economica. Questo è vero, si fa fatica ad arrivare a fine mese. Ma come popolo di Dio che abbiamo la nostra fiducia nel Signore, dobbiamo stare attenti che diventiamo di manica corta verso il nostro prossimo perché troppo preoccupati con noi stessi. Se vediamo qualcuno nel bisogno perché non doniamo di cuore? Se il Signore è stato generoso con noi donandoci “suo Figlio” per la nostra redenzione perché doniamo il superfluo a volte? Spesso si dona ciò che realmente a noi non serve o passa di moda. Il Signore ci esorta ad essere benevoli verso i nostri fratelli e sorelle, misericordiosi e tutto questo non è altro frutto della grazia di Dio.
Succede poi che quando sentiamo di qualcuno che abbia commesso qualcosa di veramente immorale e poi si converte di cuore, facciamo fatica  a crederci. Non è questa la grazia di Dio in azione? Cioè Dio dona  a tutti indistintamente una volta pentiti e ravveduti la capacità di essere ristabiliti e diventa una nuova creatura dove le cose vecchie sono realmente passate perché diventate nuove (2 Cor, 5:17). 

Chi siamo noi a mettere i limiti alla grazia di Dio e a vedere le persone che non potrebbero mai cambiare?
Riflettendo alle persone più prossime alle nostre vite come si persevera nella grazia? Hai mai pensato quanta pazienza ha tuo marito o moglie verso di te? Tempo fa ho letto un libro che ogni tanto vado a rileggere qualche pagina. Il libro scritto da Charles R. Swindoll  è “il risveglio della grazia”. Il libro parla in uno dei suoi capitoli, di come il matrimonio vada “oleato” con la grazia. E’ nella palestra della vita matrimoniale che la grazia trova tutto lo spazio utile per l’applicazione. Quella grazia che risolve le tensioni, i disaccordi, i malintesi, le aspettative non rispettate,  le incomprensioni, i fallimenti, le delusioni che spesso sono reali nell'ambito della coppia. Una grazia che invece serve, ama incondizionatamente, sostiene, rispetta, soffre, arricchisce il proprio coniuge.
Una parola ai giovani non ancora sposati e che vivono a casa con i genitori. Pensa al rapporto ora con il tuo genitore. Quanta pazienza hanno avuto e hanno ancora i tuoi genitori e nonostante tutto continuano a dimostrarti favore, gentilezza, aiuto, sostegno? Se sei un tipo disordinato, quante vote tua madre o tuo padre ha messo a posto la tua camera? Lo ringrazi sempre? Dimostri il desiderio di cambiare? Certo non tutti i genitori sono dispensatori di grazia ma pensa ai tuoi quanta te ne hanno dimostrata e che continuano a farlo. Pensa a tutte le energie, consigli, lacrime versate durante la tua vita.   
Hai poi mai pensato quanta grazia ti viene concessa nella vita di chiesa? Incominciando dal tuo anziano, responsabile. Dalla fratellanza che nonostante i tuoi peccati, le cadute, i fallimenti, continua a volerti bene, pregare per te, ti serve, quando non vieni alle riunioni, prende del tempo per chiamarti, venirti a trovare, incoraggiarti quando sei giù. O prendi tutto per scontato perché pensi che in fondo, lo meriti?

Domandiamoci allora in conclusione:
  • Quando faccio ciò che faccio, lo faccio concedendo grazia?
  • Cosa posso cominciare a fare oggi nel mio matrimonio per concedere grazia?
  • Le persone che tu servi, gli lasci la libertà di esprimersi liberamente o ti aspetti che diventino chi?
  • Nella tua presenza, relazionando con te, le persone si sentono a loro agio o intimidite? Sei intollerante? Se si, come puoi cambiare?
  • Incoraggi, motivi, sostieni, affermi i componenti della chiesa che frequenti?
  • Sei una persona generosa?

Che Dio ci benedica,




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