Illusione o realtà? Essere o divenire? Dio com'è?
Due giganti del pensiero
pre-socratico furono Eraclito e
Parmenide. Secondo il teologo RC Sproul, tutta la filosofia che viene dopo può essere
interpretata come un’elaborazione dei principi di questi due pensatori.
Eraclito è famoso per la frase “tutte le
cose sono in movimento, cambiamento, scorrono e sono in forma di plux”. Egli
introduce il concetto di “essere e di diventare”. Infatti qualcuno lo ha definito come il padre
“dell’esistenzialismo moderno”. Tutte
le cose per quest’uomo sono in un processo di
diventare e spiega con il famoso esempio del fiume che non puoi starci
dentro più di una volta perché l’acqua scorre. Ma non solo il fiume anche noi
cambiamo e come creature siamo soggetti ai cambiamenti e perciò siamo
condizionati da essi. Se Eraclito introdusse il concetto del “diventare”
vediamo che più tardi lo stesso Aristotele conia il concetto di “attualità” e “potenzialità” cioè ciò
che siamo “essere” e ciò che potremo o saremo tramite un processo di
cambiamento e sviluppo. Questa teoria afferma che poiché non ci può vivere o
essere “l’ora, adesso” allora non ci
possono essere assoluti perché nulla è eterno. Ma ciò non è riscontrabile nella
Parola di Dio perché l’assenza di assoluti produce un caos. Dio invece è eterno
ed è lo stesso oggi, ieri e in eterno (Ebrei 13:8). Dio è perfetto ed è ciò che
è ora, non ha bisogno di essere Dio tramite il processo del “diventare” ma è
perfetto nella sua “attualità”. Dio infatti non manca nulla e non è che deve
crescere. Infatti lo studente dopo Eraclito cioè Parmenide conia una frase “Ciò
che è, lo è!” contrastando il suo predecessore. Sembra una frase senza
senso ma tutto l’esistenzialismo poggia su di esso. Con questa sua frase egli
spiega che il cambiamento determina l’essere. Una realtà per essere vera non è
che deve cambiare e ciò che cambia allora non è veramente. Per Parmenide se
qualcosa esiste in un modo assoluto non può cambiare. In altre parole seguendo
una regola della logica, non può essere e non essere allo stesso momento
altrimenti violerebbe uno dei principi fondamentali della logica cioè la regola
della non contraddizione. Parmenide
afferma che se una cosa “sta diventando” allora non è un essere. Poi questo
pensatore già ai suo tempi percepì la realtà dell’ex nihilo cioè che dal nulla, nulla può essere. Cioè per
quest’uomo affermare che la realtà sia venuta fuori dal nulla era un assurdo.
Lavorando su questo principio, Parmenide vede che la creazione non si può auto
creare ma che necessita una causa esterna.
Vedi oggi il dibattito e la folle
idea dell’auto creazione e della scia di Darwin. Credere ad una auto creazione
e staccarsi dalla responsabilità morale, sociale e spirituale nel dare contro
ad un Creatore Unico e Sovrano è molto comodo. In questo modo ci si lascia
andare a forme di irresponsabilità che l’uomo carnale e peccatore vuole avere.
Ma la Bibbia ci presenta un Creatore e Signore che non cambia e non è soggetto
a fenomeni come lo siamo noi creature. Oggi sul nostro pianeta tanti vanno
dietro a questa teoria tra i quali il famoso Richard Dawkins. Nel suo libro
“L’illusione di Dio” con spavalderia Richard afferma che la scoperta di Darwin
ha demolito la credenza popolare dell’argomento teleologico. “Grazie a lui, non è più vera l’asserzione
secondo la quale una cosa che sembra progettata è stata d’avvero progettata.
L’evoluzione per selezione naturale produce un eccellente simulacro di
progetto, perché favorisce gradi sempre più alti ed eleganza.[1]
Richard come tanti oggi non
credono alla creazione di un Dio personale ma noi cristiani sappiamo
di una meravigliosa realtà di Dio
che si presenta come “L’Io Sono” come attualità potente e assoluta.
Oggi si incontrano ancora (soprattutto tra gli intellettuali) persone che affermano che se tutto
è in cambiamento allora non è una realtà ma un illusione e se è un illusione
allora non è responsabile delle proprie azioni ed non ha un identità. Da dove
hanno preso queste idee? Bene anche il famoso Aristotele affermava più tardi
che se sei in una condizione di “diventare”
quindi di progresso, allora non sei ciò
che realmente dovresti essere quindi un illusione. Molti filosofi hanno seguito
questa scia di pensiero, cioè se tutto cambia allora sei un illusione. Il mondo
esterno è un illusione e quindi l’uomo stesso lo è. Ma dove trovare allora una
risposta concreta che mi fa capire che non sono un illusione?
E’ ancora nella
risposta che l’apostolo Paolo da agli Ateniesi in Atti 17 “in LUI” tu, io ci
muoviamo, siamo e viviamo.
Conoscendo la persona eterna e immutabile di Dio, che si trova la giusta dimensione di se stessi.
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