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Visualizzazione dei post da 2020

Tutto può tremare...ma non il Regno di Gesù!

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Ero un ragazzo  quando la terra tremò in Irpinia verso le 19,35 di una domenica del 23 Novembre del 1980. Ancora oggi quelle immagini, quei ricordi sono vivi nella mente di molti e nella mia. In tanti luoghi e in tanti cuori ancora oggi ci sono segni che il tempo non toglieranno mai, anche dopo quarant'anni. Oggi abito a Serino (Av) e sono orgoglioso perchè ho visitato tanti luoghi che sono rinati dalle macerie come Sant'Angelo dei Lombardi che fu rasa al suolo. Quando ci fu quella scossa interminabile abitavo a Napoli. Quella sera eravamo a casa della nonna. I "grandi" guardavano i risultati delle partite di calcio, "noi ragazzi" giocavamo tranquilli, tanto che quando la TV fu scossa, fummo anche sgridati di non spingere il tavolino che supportava la TV. Fu il panico! Ricordo la gente impaurita intorno a me, le giornate trascorse in macchina e soprattutto i tanti giorni di scuola saltati. Da allora la nostra società, la nostra nazione, il mondo e... la nost...

Sperare in una società senza speranza

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“Speriamo!” o addirittura copiando una frase di un bambino anni fa “speriamo che me la cavo!” è l’augurio che soprattutto in questi giorni ci facciamo. Si dice che la speranza è l’ultima a morire, ma è davvero così? La speranza in genere, può venire meno, offuscarsi o addirittura svanire quando i valori assoluti intorno a noi sembrano crollare.   È facile sperare quando la salute è ottima, quando il portafogli è pieno ed i nostri affetti ci sostengono. Ma se questi vengono a mancare, che si fa? Esiste una speranza che non solo è l’ultima a morire, ma addirittura immortale perchè è la “speranza viva” L’apostolo Pietro nella sua prima epistola al capitolo 1 ver 3 scrive che “Dio Padre ci ha fatto rinascere a una speranza viva mediante la resurrezione di Gesù dai morti”. Una speranza che in sé ha vita, una vita immortale come quella di Gesù che ha vinto la morte risorgendo da essa. Non finisce con la morte. Non cambia, non scade, ma è inalterabile perchè è fondata sul fatto ch...

"Si può passare dalla morte alla vita?"

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Puntualmente ogni  anno, il giorno dei morti è per tanti un motivo di  riflessione mentre si va al cimitero per osservare i propri  doveri religiosi.  Purtroppo quest' anno la visita ai cimiteri sarà ridotta o addirittura vietata visti gli ultimi protocolli di sicurezza. Davanti al tema della morte tanti rimangono rattristati,  sentendosi impotenti  davanti ad una realtà così forte che non si può evitare né rimandare. La morte è qualcosa che  purtroppo riguarda noi tutti. L’incertezza di cosa ci sia dopo questa vita, Il distacco dai il nostri  cari defunti, ci provoca quel senso d’angoscia, di vuoto e di dolore profondo. Che fare allora? Dobbiamo rimanere nel dolore e nello sconforto? Far finta di niente? Potremo domandarci, ma esiste un processo a ritroso? Ovvero, si può passare dalla morte alla vita?   Secondo il vangelo, si! Secondo Gesù “In verità, in verità vi dico: chi ascolta la mia parola e crede a colui che mi ha mandato, ha...

Pregando durante il coronavirus.

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Dal mese di marzo la vita di tanti è stata stravolta dall’emergenza sanitaria causata dal coronavirus. Ci stiamo ancora abituando a vivere questa “nuova normalità” e speriamo che le cose migliorino soltanto, per non tornare indietro a quei mesi di lockdown (reclusione domestica!) Durante quei mesi abbiamo si sofferto, ma in tanti hanno anche imparato ad usare strumenti che prima gli erano estranei. Tanti hanno imparato non solo cosa significasse la parola smart working, ma in realtà lavorare da casa invadendo lo spazio domestico e generando a volte tensioni nella vita familiare. Personalmente non ho mai sentito dai miei figli che volessero uscire per andare a scuola perché  stanchi delle classi online. Insomma, sono stati giorni e per tanti aspetti, lo sono ancora, dove bisogna avere una buona dose di pazienza per poter vivere al passo con i tempi pieni di cose nuove e una forte motivazione per non arrendersi. Si, perché la pazienza e la perseveranza non si acquistano come oramai s...

Pasqua al tempo del coronavirus

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Dopo tanta sofferenza e paura per ciò che il coronavirus sta creando nel mondo intero lasciando dietro di se solitudine, tristezza e morte se la domenica di Pasqua   l’organizzazione mondiale della sanità (OMS) annunciasse la fine della pandemia o meglio, il vaccino per debellare definitivamente il virus covid-19 una volta e per sempre, immagino che ci sarebbe lo stupore, la gioia, tirando noi tutti un sospiro di sollievo. Quello che accadde una domenica mattina di oltre 2000 anni fa è ancora più stravolgente. L’evento destò stupore mescolato con la gioia da parte degli amici stretti di chi soltanto tre giorni prima era morto ingiustamente su di una croce romana. Si, Gesù l’aveva preannunciato che sarebbe risorto il terzo giorno, ma tutto ciò che era accaduto così velocemente, drammatico e crudele aveva rimosso  dalla mente quelle parole profetiche. Se immagino poi a quelle donne al sepolcro al mattino presto, ai discepoli che corrono alla tomba e trovata vuota e noi oggi...

Nell'ora della paura

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Viviamo dei giorni senza alcuna precedenza. Il presidente del consiglio Conte citando l'ex primo ministro Inglese W. Churchill, ha ripetuto una sua frase famosa, "viviamo l'ora più buia" di un paese che combatte contro il coronavirus.  E’ un momento difficile, c'è tanta incertezza. L’umore è particolare soprattutto quando ascoltiamo le notizie, gli aggiornamenti della situazione in Italia, nel mondo. Per dirla tutta, la gente ha paura. Forse anche tu hai paura pensando al domani, ad un probabile contagio, alla tua situazione lavorativa ecc.  Cosa fare allora? Dove trovare il conforto, il coraggio e la forza? Visto i limiti umani che questo virus sta dimostrando in Italia ed ora anche nel mondo, abbiamo bisogno di alzare lo sguardo da noi stessi e cercare al di fuori o meglio, al di sopra una via di uscita e pensare che anche se avessimo tutte le risorse economiche o chissà che potere qui sulla terra, non potremo essere certi di evitare un probabile contagi...

Giustificati si, giustificati no?

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Il riformatore del 16° secolo Martin Lutero, disse che la lettera ai Galati è una lettera a cui Egli era unito in matrimonio. Non solo Martin Lutero reputava la giustificazione per fede “l’articolo principale della dottrina cristiana”.   Testo : la lettera di Paolo ai Galati capitolo 1 versetti 1 a 10.  Il soggetto centrale della lettera ai Galati è l’attacco frontale alla giustificazione per sola fede e non dalle opere della legge. Ma poi vediamo come il tema dell’operare in comunione nello Spirito sia importante per la libertà cristiana.  E’ una lettera scritta da Paolo Apostolo tra il 48 e 49 D.C. Paolo dall’inizio non esprime calore come nelle altre lettere. Non c’è una preghiera come in Filippesi, Colossesi ma va subito al dunque, facendoci vedere come egli fosse preoccupato e usi anche dei toni forti visto che la questione in gioco, il Vangelo. Non solo il suo apostolato è sotto attacco e lui ci tiene a dire dall'inizio che il suo apostolato è stato dire...

Crescere nella grazia e nella conoscenza

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Per approfondire il versetto in questione, è importante capire a chi e perché l’apostolo Pietro scrive questa sua seconda lettera. La prima lettera come la seconda, è scritta a tutti coloro che erano dispersi e che erano perseguitati come cristiani. Erano credenti in Cristo del primo secolo che vivevano nel fuoco della persecuzione a causa della loro testimonianza. Nelle loro chiese poi iniziava ad affacciarsi un grande problema: l’ingresso di uomini che insegnavano e proponevano delle dottrine false e che con il loro modo gentile e allettante, trascinavano i credenti nell’errore. Pietro scrive per ben due volte per avvertirli di questi uomini e come difendersi da loro. Quando poi giungiamo al capitolo 3 versetto 18 troviamo una sorte di conclusione del suo discorso. Cioè per non essere trascinati nell'errore e per stare in guardia e per non scadere nella fermezza bisogna fare qualcosa: crescere nella grazia e nella conoscenza (vanno insieme) del nostro Signore e Salvatore Ge...